Riceviamo questa lettera da Suor Maria Marrone, missionaria che opera ad Aboke-Lira in Uganda e che ci racconta della situazione legata ai lockdown e del campo ricreativo organizzato per i bambini.
Carissimi,
finalmente anche se in un parziale lockdown, siamo riusciti ad avere il permesso di organizzare il campo dei bambini. Ci è stato imposto per prudenza un numero ridotto. Abbiamo scelto i più piccoli, dalla 1a alla 3a elementare. Ai parenti non erano ammesse le visite, e al sabato delle signore erano incaricate di lavare la biancheria dei più piccoli. Eravamo in 170 circa, un bel Gruppo che ci ha permesso di stare con i bambini con gioia e allegria. Ci sembrava di rinascere dopo il lunghissimo lockdown, e, anche se parziale, la musica, i colori, le danze, i giochi, i lavoretti dei bambini, ci davano una ricarica umana piacevole.
Anche ai bambini non sembrava vero di ritrovare alcuni amichetti che conoscevano. La gioia di ritrovarsi è stata come un balsamo per tutti noi, come un uscire da un brutto sogno e ritrovarsi tra persone amate.
Il nostro motto è “L’amicizia è la nostra forza” e davvero abbiamo visto sia tra i bambini che tra gli animatori, il ritrovarci tra amici, ci ha fatto gustare di più lo stare insieme. La mattina dopo dell’apertura del campo, verso le 3 del mattino, i bambini sono usciti dai loro dormitori e hanno iniziato a cantare e a ballare per almeno un’oretta, la gioia era troppa. Non ce la facevano a trattenere la gioia, e così dopo aver cantato e ballato sono ritornati a dormire.
Al mattino alle 8 tutti dovevano essere presenti per l’assemblea nella quale si programmava la giornata e poi tutti insieme facevano una danza mimata in lingua locale, per poi andare ai loro gruppi.
Hanno iniziato a sentire, come sottofondo musicale nel campo, i canti di Natale e c’era chi faceva la sua attività canticchiando la musica. La mia stanza non era lontana dalla scuola e alla sera li sentivo ridere assieme ai loro maestri, nel vedere qualche film di Walt Disney. La gioia dei piccoli era grande. La musica, palloni per giocare e biciclette per correre, dava l’impressione di essere in un paradiso in terra. Si è entrato subito nel vivo con i lavoretti e la preparazione delle varie gare. Il cibo buono era abbondante, perché tutti i bambini erano malnutriti e sotto peso.
Quest’anno abbiamo voluto dare più tempo alle bambine, perché il lockdown è stato un periodo pericoloso per loro. La maestra più anziana ha volute incontrarle da sole. La Domenica pomeriggio, sotto un grande albero han condiviso le loro difficoltà e disagi di questo periodo.
Sono bambine dalla prima alla terza elementare. La sofferenza più grande l’hanno avuta quelle bambine che provenivano da famiglie numerose. Le mamme, spesso vedove, per sovvenire alla carenza di cibo, mandavano le loro figlie nelle famiglie di zii o zie, per lavorare come baby sitter, in cambio di un piatto di cibo alla sera. È stato qui dove hanno trovato molte difficoltà essendo ancora piccole e lontane da casa. Non si sono sentite sicure e protette soprattutto da zii e altre persone senza scrupoli. Hanno sperimentato angoscia e senso di abbandono da parte delle loro famiglie. Abbiamo presentato questo problema ai maschietti radunati a parte. Hanno confermato che era vero. Talvolta degli adulti li mandavano chiamare le bambine…ovviamente i signori mal intenzionati davano loro qualche biscotto o caramella per il favore chiesto. I bambini erano coscienti di quello che sarebbe successo, ma non ne capivano la gravità.
Ci siamo incontrati come animatori per condividere quello che le bambine ci avevano raccontato e quello che i bambini pure avevano condiviso. Abbiamo cercato di vedere cosa potevamo fare per aiutare le bambine, che in un certo senso erano sole ad affrontare questo problema. Sono bambini orfani per la maggioranza. A casa spesso la zia o la nonna sono al mercato a vendere qualche prodotto, quindi sono spesso sole…Abbiamo una bellissima raccolta di storie e favole composte da noi a secondo dei temi del campo e molte di loro sono sulla solidarietà. Così i maestri incaricati a raccontare le storie si sono impegnati a scegliere tutte quelle che parlano di solidarietà tra i bambini. L’unità dei membri fa la forza. Una maestra ha preparato una commedia su come i bambini possono venire in aiuto alle loro compagne al ritorno da scuola quando la minaccia di un adulto si fa reale, la rappresentazione del pericolo che possono incontrare le bambine. Abbiamo chiesto ai bambini di essere solidali con le compagne di scuola, di dividersi in piccolo gruppi e di accompagnarle fino a casa. La rappresentazione li ha resi coscienti e hanno promesso che lo faranno.
Questo è l’unico tempo in cui siamo a piena disposizione dei bambini, per cui ci sentiamo obbligati a dare loro il meglio di noi stessi. Anche quest’anno abbiamo formato piccoli gruppi di ascolto dove i bambini potevano condividere le sofferenze o le esperienze più dolorose che portano nel cuore.
Questi due anni di lockdown, la paura del coronavirus e di tutto quello che lo circondava, la carenza della presenza della chiesa con una parola di conforto, la mancanza dei mezzi di comunicazione e dell’impossibilità di muoversi, ha fatto sentire alle famiglie già provate dalla carenza di cibo, dall’assenza di scambio merci, il desiderio di rifarsi in un modo o nell’altro. I poveri sono stati resi più poveri da altri come loro. Veniva a mancare il cibo dai loro campi, quel cibo che l’avrebbe aiutati ad andare avanti per qualche mese ancora, animali domestici e ovini. Piccolo furti che diventano il loro mezzo per sopravvivere. Perdita di qualche familiare per Covid, le loro sorelle che scappano di casa perché credono di aver trovato un uomo che le ama, ma poi lasciate incinte e rimandate a casa perché non può pagare la dote ai genitori. Bambini testimoni di sofferenze alle quali non potevano ovviare. Nella Messa conclusiva il Sacerdote ha pregato il Signore affinché tocchi le ferite dei loro cuoricini e le sani con la sua grazia.
Il Campo è stato per I bambini un buttarsi dietro le spalle un passato doloroso e un guardare al futuro con la Speranza che la vita riprende, e per il meglio. Abbiamo capito che avevano bisogno estremo di essere consolati oltre che amati.
L’amore ha bisogno di segni anche semplici ma concreti. Vassoi di frutta portati nelle loro classi al tempo della merenda, frutta che di solito non prendono perché costosa. Due angurie per classe li hanno fatti esultare. Pane e miele alla domenica, il Christmas party con pollo a pranzo, una fetta di torta fatta da noi e una bibita. Sogni che si facevano realtà.
Abbiamo avuto l’idea di renderli partecipi delle gare di corsa dei maestri e di tutto Il personale. Sarebbero stati loro a dare il premio ai vincitori, questa notizia li ha elettrizzati.
Dopo il pranzo I maestri con i loro collaboratori, si sedevano sotto una pianta a giocare a carte e a farsi delle belle risate ricordando episodi comici dei loro giochi con I bambini. I bambini li vedevano seduti vicino a loro. Una presenza rassicurante e piacevole.
Spesso in classe si giocava a fuocherello fuocherello con la gioia di portare a casa qualche altro peluche per i fratellini che non potevano venire. La caccia al Tesoro era il gioco preferito dai bambini, quello era per la Domenica, e terminava con un leccalecca gigante. Una notte ho sentito grida di allarme provenienti dal dormitorio dei bambini, li ho sentiti correre fuori e poi scoppiare in risate. Al mattino dopo ho chiesto cosa fosse successo. Un bambino troppo desideroso di vedere il film di quella sera, non aveva finito di mangiare così aveva portato il suo piatto in dormitorio con l’intenzione di finirlo dopo il cinema. Il sonno lo aveva conquistato e si era dimenticato il piatto vicino a lui. Le formiche (safary ant, chiamate in lingua locale Mori) avevano assalito il suo piatto, e qualcuna lo stava morsicando. Sono formiche tremende, si muovono in colonne e tutti hanno paura di loro. Le loro mandibole mordono per bene il cibo e chiunque le minaccia. Queste formiche se entrano in un pollaio e trovano dei pulcini, ne lasciano solo le ossa. Anche noi adulti abbiamo paura dei loro morsi, e pure gli animali in genere le temono. I bambini sono andati a dormire per quella notte con i compagni negli altri dormitori.
Quest’anno in comunione di intenti con tutto il mondo abbiamo voluto affrontare il tema della salvaguardia dell’ambiente. Anche qui la gente è stata sensibilizzata a questo argomento. Tutti parlano del lago Vittoria, il loro grande lago che si è preso la spiaggia ed è entrato negli alberghi che avevano costruito vicino…metri di spiaggia che non ci sono più per l’innalzamento delle acque. I bambini hanno preparato canti, scenette e quadri per mostrare la loro sensibilità a questo problema.
Babbo Natale con i suoi doni ha coronato la bellezza di questi giorni e tre maialini per classe, futura sorgente di Guadagno, cercheranno di portare un po’ di bene a queste famiglie molto provate. La corriera ha portato a casa i più lontani e i vicini sono stati portati a casa dai loro parenti.
Carissimi amici. Questo campo è stato molto bello e consolante. Il cibo abbondante, vario e gustoso per i nostri bambini. Giocattoli, colori, nastri, colla e ogni genere di carta colorata per i lavoretti erano disponibili. Anche gli animatori erano contenti per l’ambiente e il suo insieme. Il buon andamento del campo lo dobbiamo a voi tutti che ci siete stati vicini con il vostro sostegno. Vi siamo tutti riconoscenti.
Un grazie sentito al nostro autista Mr Lawrence Opio, che con i suoi aiutanti non ha mai lasciato i bambini senza acqua. I rubinetti non ne davano neanche una goccia e lui andava alle sorgenti sparse in questo territorio e riempiva le botti nuove in modo che ai bambini non mancasse l’acqua per la pulizia personale e per la cucina.
Un grazie di cuore agli animatori che hanno saputo trasmettere gioia, fiducia, senso di protezione ai bambini, e hanno saputo donare incoraggiamento, stima e apprezzamento per i loro lavoretti.
Congratulazioni al nostro nuovo infermiere che ha saputo guadagnarsi la fiducia di tutti I bambini, e ha curato le loro malaria e le ferite da giochi, con professionalità.
Noi responsabili, guardiamo il tutto compiaciuti, sappiamo che lavoriamo in vista del loro futuro. Un bambino riconciliato sarà un uomo e una donna di pace. Un bambino apprezzato sarà un uomo o donna di comunione.
Carissimi benefattori, benedico il Signore per ciascuno di voi e gli chiedo la grazia che vi faccia gustare la Sua consolazione e la Sua pace. Siate Benedetti.
Sr Maria Marrone e lo staff team