In preparazione degli incontri sul clima che si terranno ad Equalafesta 2021, il 28 e 29 Agosto, facciamo qualche considerazione sul perché la crisi climatica sia stata sottostimata in questi ultimi trent’anni e come si sta cercando di sensibilizzare tutti per evitare di fare la fine della rana bollita di Chomsky.
I segnali che il cambiamento climatico abbia quasi raggiunto il punto di non ritorno sono ormai innumerevoli: quest’anno oltre al caldo torrido, ai nuovi record di temperatura e ai tristemente consueti, ma sempre più frequenti eventi meteorologici estremi, sgraditi protagonisti della cronaca estiva (si pensi alle tragedie vissute in Canada o in Germania), sono arrivati anche nuovi dati.
Il sesto rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) del 9 agosto 2021 descrive in modo chiarissimo una situazione drammatica. Ecco alcuni dati: l’innalzamento dei mari, tra il 2006 e il 2018, è avvenuto a ritmo triplo rispetto a quello del secolo precedente; la concentrazione di anidride carbonica atmosferica ha superato i 410 ppm, la più alta negli ultimi 2 milioni di anni; le concentrazioni di metano e protossido di azoto (gas ad effetto serra più pericolosi della CO2) sono le più alte da 800mila anni; la temperatura media del pianeta è cresciuta di 1,1 °C rispetto all’era preindustriale, ma con forti differenze tra gli oceani (in cui è cresciuta meno) rispetto alla terraferma e ai poli (in cui l’aumento supera i 2 gradi). A questi si aggiungono il record di temperatura in Sicilia, quasi 49 °C, la temperatura più alta mai registrata in Europa, e il rapporto della NOAA (Agenzia americana meteorologica) del 13 agosto che riporta luglio 2021 come il mese più caldo da 141 anni, cioè da quando esistono le rilevazioni statistiche.
Questi fatti sono noti da tempo, ma il margine di errore, grazie all’accumularsi dei dati scientifici e all’affinarsi dei modelli meteorologici, si è fatto sempre più sottile: oggi non vi sono più dubbi nella comunità scientifica che il riscaldamento globale sia causato dalle attività umane. Con altrettanta certezza sappiamo che, se non riusciamo a rispettare gli accordi di Parigi mantenendo l’aumento della temperatura media del pianeta sotto 1,5°C, le conseguenze saranno drammatiche per la natura, la biodiversità e per noi.
La domanda sorge spontanea: perché, se sappiamo tutto questo ormai da decenni, abbiamo fatto così poco per provare a evitare il disastro? L’inerzia dei governi giustamente indigna e suscita riprovazione; eppure non sembra che la società civile abbia reagito a questa inerzia in modo sufficientemente energico, né sul piano della trasformazione delle proprie abitudini, né sul piano della protesta civile.
Una possibile spiegazione è quella che lo scrittore islandese Andri Magnason descrive nel suo libro pubblicato nel 2019 Il tempo e l’acqua: la teoria del buco nero. Per Magnason non siamo davvero in grado di pensare alle conseguenze del riscaldamento globale: immaginare la morte di milioni di specie animali e vegetali, la fine delle barriere coralline, l’aumento della desertificazione nel sud del mondo con conseguenti migrazioni di massa e guerre per le risorse primarie è uno sforzo troppo grande per la nostra mente, poiché questi eventi sono esageratamente “fuori scala” rispetto alle normali conseguenze delle nostre azioni. L’immaginazione rimane come sopraffatta e il pensiero, affaticato, deve spostarsi su altro.
C’è un’altra teoria, più antica di qualche decennio, ma particolarmente azzeccata visto il contesto: la teoria della rana bollita di Chomsky. La storia è questa: se mettete una rana in una pentola a 70°C quella, al primo contatto con l’acqua, salterà fuori e fuggirà. Avrete perso la rana. Mettetela nell’acqua tiepida, scaldate l’acqua con fuoco leggero e aspettate. La rana troverà piacevole il tepore dell’acqua e in ogni istante rimanderà a quello successivo la decisione di saltar fuori, nella convinzione che per un agile salto fuori dalla pentola, a lei che è rana, il tempo non potrà mai mancare. Quando si accorgerà che invece il tempo è veramente finito sarà troppo tardi: non avrà più le energie per saltare fuori e finirà bollita, senza neanche la forza per un dignitoso, tragico balzello finale di protesta.
A ben guardare, entrambe le teorie hanno la loro parte di verità, raccontano un pezzo della storia. Lo scetticismo climatico, cioè la tendenza a ritenere esagerate, quando non addirittura del tutto destituite di fondamento, le previsioni catastrofiche degli scienziati, è un atteggiamento psicologico che ritroviamo di frequente non solo nei cosiddetti negazionisti climatici, ma anche in persone che credono nella scienza, ne rispettano il metodo e ne accettano criticamente le conclusioni. In altri termini, in accordo alla teoria del buco nero, sappiamo che ciò che dicono gli scienziati è vero, ma non vogliamo – o ancora meglio, non riusciamo a – crederci. Questa difficoltà è legata, almeno in parte, alle implicazioni che una comprensione profonda dei rischi cui andiamo incontro comporterebbe; ci riferiamo, in particolare, alla necessità di una trasformazione, spesso a torto percepita come faticosa ed inutile, di parte delle nostre abitudini acquisite. E’ più facile per noi, così come per la rana, risparmiarci lo sforzo di cambiare. Ma se non facciamo, adesso e tutti, lo sforzo di cambiare, finiremo bolliti.
Ogni generazione ha la propria parte di responsabilità nel riscaldamento globale; con essa, ogni generazione ha la propria possibilità di riscatto e di rinascita. Siamo tutti rane nella pentola. I membri del Tavolo per il Clima di Luino e dei Laboratori lo sanno, così come sanno che non esiste una Pentola B e che l’unico modo per saltar fuori dall’acqua ormai in fase di ebollizione è spegnere il fuoco. E’ quindi con spirito positivo, convinti che ci sia ancora margine per fermare il cambiamento climatico e le sue terribili conseguenze soltanto agendo tutti insieme, che il Tavolo per il Clima invita tutta la Cittadinanza a partecipare a Equalafesta 2021, nei giorni di sabato 28 e domenica 29 agosto in località Boschetto a Germignaga. Si avrà l’occasione di conoscere i membri del Tavolo per il Clima di Luino, di avere un resoconto dei primi risultati ottenuti nella lotta contro il fuoco della pentola, di raccogliere informazioni sulle attività dei Laboratori e sulle modalità per iniziare a dare attivamente il proprio contributo. Ci sarà anche la possibilità di assistere e partecipare ad un dibattito tra importanti esponenti del mondo scientifico, culturale e dell’associazionismo locale. Tutto questo nel contesto di una festa tradizionalmente molto apprezzata, che propone anche un mercatino di produttori locali, uno spettacolo teatrale, un pranzo e una cena a base di pietanze locali ed equo-solidali.
Più dettagliatamente, Sabato 28 agosto alle ore 17.00 il dibattito sarà inaugurato dai sindaci Enrico Bianchi (Luino) e Marco Fazio (Germignaga). Seguiranno gli interventi di Paola Ravelli (Europe Direct Lombardia), esperta in politiche dell’UE, e Fulvio Fagiani (Rete per il Clima del Verbano), che ci aiuteranno a capire i progetti e i bandi europei per il clima e gli obiettivi specifici del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Infine Mariella Martorana (Comunità Operosa, Prof.ssa del Liceo di Luino) ci racconterà le proposte che verranno fatte alle scuole superiori ed i progetti che si attiveranno con i giovani. Domenica 29 agosto, alle ore 15.30, i protagonisti saranno i giovani, i quali daranno vita, insieme al climatologo Frank Raes, ad una tavola rotonda, con l’obiettivo di mostrare le molteplici possibilità che abbiamo per trasformare le nostre abitudini e dare un contributo positivo alla lotta contro i cambiamenti climatici. Quella trasformazione che personaggi speciali come G.L. Montagnani, combinando creatività e ricerca scientifica, hanno già messo in pratica: la sua testimonianza sarà per tutti fonte di ispirazione.
Durante le due giornate i ragazzi allestiranno dei banchetti: potranno così raccontare cosa fanno nei laboratori e qual è l’impegno del FFF Luino, affiancati anche dal gruppo Scout Luino1 che animerà la festa. Come sempre sarà possibile assaporare pietanze equo-etnico-locali per la cena del sabato e il pranzo della domenica. Sabato pomeriggio ci saranno giochi per bambini di tutte le età e in serata lo spettacolo teatrale della compagnia “Intrecci teatrali”.
La mattina di domenica sarà possibile acquistare direttamente da produttori locali e associazioni e la sera assistere alla lettura di brani del libro-testimonianza “In inferna” a cura del “Teatro periferico”.
Non mancare, la tua presenza è preziosa!
Dal Tavolo per il Clima: Alessandro Perego
Ps. Sembra che Chomksy abbia ripreso l’immagine della rana bollita da un esperimento condotto realmente su una rana nel 1882. In quell’anno veniva inaugurata, a New York, la prima centrale elettrica, e nello stesso periodo gli scienziati oggi collocano l’inizio dell’Antropocene, l’epoca dei cambiamenti climatici indotti dalle attività umane. Siamo rane in lenta cottura dal 1882: cosa aspettiamo a saltare?